Opera ancora consigliata dal collega Alessandro (ormai divenuto credibile come gusto letterario), trovata in biblioteca.
Ero tentennante, il volume era un po' stropicciato, rovinato. Ma usura è simbolo di utilizzo, quindi mi armo di forza (sono un po' schifiltoso) e lo prendo.
Appena giunto a casa, parto con la lettura. La scrittura è particolare, si nota che lo scrittore è ottimo.
Riesce, anche se non riporta mai dialoghi diretti, a rendere fluida la trama. Il protagonista Pereira è un uomo che sembra essere chiuso mentalmente, ancorato ad un passato sorridente in un presente senza felicità, senza ideali. Pereira cura una pagina letteraria di un giornale, è coperto dalla trama fitta della Censura e dall'oscurantismo del suo capo.
Il Portogallo di quegli anni, è schierato politicamente e non ammette che ci siano diversità di pensiero.
Sostiene Pereira è la frase di riferimento che accompagna ogni capitolo del libro. Tabucchi in questo è superlativo.
Nello sviluppo della storia, Pereira incontra persone che agitano in lui nuove emozioni, sopite da un passato chiuso nell'anima e nella foto della moglie defunta da tempo, ma ancora viva agli occhi del protagonista.
Impietoso è il rapporto che esiste tra i rivoluzionari, ricchi di vita ed imprese, e la piattezza della cornice con cui Pereira parla.
Questo miscuglio di sensazioni fa si che il protagonista conosca anche chi è in grado di spiegargli la teoria dell'io dominante.
E' qui che la storia si apre e si chiude. Il cerchio è stretto e soffocante, ma ricco di vita...quella che Pereira ritrova nel suo percorso.
I complimenti vanno allo scrittore, dotato di un modo di scrivere sopraffino. Scorrevole, nonostante la mancanza di dialoghi diretti.
Non conoscevo Tabucchi, ora vorrei leggere qualcos'altro della sua penna.
Voto importante, mi è piaciuto.
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