venerdì 29 ottobre 2010

Book: "1984" Autore: George Orwell


Libro preferito da un mio collega, tale Alessandro. Me lo consiglia caldamente, dice che conoscendomi lo apprezzerei molto.
Lo cerco nella biblioteca comunale di Crescenzago (che poi è a Cimiano, ma fa nulla), ma non c'è, nello spazio Orwell trovo solamente "La fattoria degli animali", sono tentato di prenderlo, ma prima chiedo al personale, mi dicono che essendo estate, il volume "1984" è preso d'assalto dai giovani studenti, in quanto è dato da leggere dai professori.
A questo punto, lo prenoto e attendo che rientri il libro.
Dopo pochi giorni, mi arriva l'SMS dalla biblioteca (ottimo servizio) che mi informa che è hanno ritirato "1984" e lo tengono per me.
Mi precipito, sono curioso di leggerlo, prima per il consiglio ricevuto, poi perchè comprendo che stiamo parlando di un classico importante nella letteratura.
Già dalla prime pagine scopro che l'autore è semplice, immediato e diretto. Già dall'inizio, infatti, si nota che va direttamente al sodo, fa intendere quello che scrive con l'immediatezza propria di chi sa raccontare col dono della semplicità.
Mi catapulto nel mondo futurista disegnato da Orwell, grande classe. Vedo anche io, coi suoi occhi, il mondo grigio che disegna. Pensare che questo libro sia stato scritto a fine anni '40 mi fa capire la grandezza dell'opera. Sconvolgente vedere la proiezione dell'autore in un futuro più prossimo ai giorni nostri, che agli anni della stesura.
La storia è coinvolgente, il protagonista vive in un mondo che ormai è spersonalizzato, sembra essere catapultato in un esistenza che si direbbe prossima ai giorni nostri. Si trattano argomenti quali la psicopolizia, i prolet, il bipensiero, il socing (una sorta di nuovo modo di comunicazione), e addirittura appare la figura del Grande Fratello. I temi toccati sono di semplice comprensione ai giorni nostri, ma se mi porto indietro all'anno di uscita del Romanzo 1948, rimango affascinato dall'avanguardia che Orwell è riuscito a tracciare.
Chi ha scritto questo libro è un vero fuoriclasse.
Si possono trarre molte analogie con l'attule esistenza delle persone, già io che scrivo questo blog, mi sento più vicino a Smith (il protagonista) che ad Orwell, vale a dire, mi sento più in "1984" che nel 2010.
Il libro sprigiona energia, forza e intensità. Qualità della scrittura e capacità di essere visionari completano l'opera.
I cattivi sono davvero cattivi, sanno fare del male e sanno togliere la capacità di sorriso. Anche la storia d'amore che esiste tra il protagonista e Julia non ha i toni del rosa, piuttosto è cupa, intrecciata e con l'intensità propria di chi vive una relazione nella clandestinità.
Totalmente rapito da questo libro, lo commento giornalmente col mio collega, non mancano i colpi di scena e le vicende, con il proseguo della storia, diventano sempre più appassionanti.
Più che il Grande Fratello, l'entità che è in grado di spiare e monitorare tutto (ancora mi sconvolge, siamo nel 1948!!!!) mi stupisce lo sconforto della privazione, la grigia non speranza di riuscita, la non possibilità di riuscita che serpeggia ben chiaramente dall'inizio della scrittura.
"La guerra è pace, l'ignoranza è forza, la libertà è schiavitù" è il manifesto del libro. Da qui si possono già comprendere le linee guida del pensiero dominante che aleggia in tutte le pagine.
Il libro è stupendo. Il finale una forza.
Ringrazio il mio collega che mi ha donato questa chicca della letteratura.
Ho visto che ci sono altri libri legati a questa corrente di scrittura, li leggerò e scriverò le mie impressioni.
Voto alto, alto, alto....

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